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Trento, 3 aprile 2003 Di ritorno dal funerale di Attilio Arrighetti, tenutosi nella chiesa parrocchiale di san Pio X (il 2 aprile), vorrei onorare la sua memoria ricordando il suo lungo e intenso lavoro nella conduzione del sistema forestale trentino, nella promozione delle prime riserve naturali e poi nella concretizzazione dei parchi (a partire da quello dello Stelvio), nella gestione del Centro di tecnologia del legno a san Michele all’Adige, nell’approfondimento scientifico e nella divulgazione dell’ecologia forestale, nella conoscenza della flora alpina (in collaborazione con la moglie Daria, valente disegnatrice), nell’insegnamento universitario e nella sistematica produzione saggistica. Tutto questo è stato rievocato in un appassionato intervento-preghiera da Giorgio Grigolli – che lo conobbe e stimò in quanto assessore alle foreste (ma anche come presidente della Regione e della Provincia) – concludendo una messa funebre che rischiava di rimanere una cerimonia impersonale. Avendo conosciuto da vicino il professor Arrighetti, e collaborato con lui in diversi momenti, tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’80, per la progettazione e la divulgazione dei parchi naturali, ne conservo l’immagine di lavoratore tenace, studioso acuto, persona leale e coraggiosa, tanto nei rapporti umani, quanto in quelli istituzionali. Con questa pur breve e parziale testimonianza, partecipo al dolore dei familiari e degli amici di Attilio. Sandro Boato |
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